Green economy, una risorsa per imprese, ambiente e occupazione

“Incoraggiare l’economia verde è un investimento non una spesa e la green economy è il nuovo eldorado dell’occupazione”. Ne è convinto Massimo Stronati, il presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi. Secondo il quale, convertire i rifiuti in risorse per le imprese e l’ambiente si può. La plastica raccolta, ad esempio, può dare vita a oggetti green “che possono essere inseriti tra gli acquisti della Pa”, spiega il presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi. Se degli oltre 170 miliardi di spesa annuale per la plastica se ne destinassero 20 all’acquisto di prodotti nati da plastica riciclata si potrebbe generare nuova occupazione. “Che tra filiera diretta e indiretta continua Stronati – creerebbe lavoro per circa 80 mila persone in meno di tre anni”.

Spesa pubblica e public procurement devono essere volano di sviluppo e ricchezza

“La spesa pubblica e il public procurement – sottolinea a ancora Stronati – possono e devono essere sempre più volano di sviluppo e moltiplicatore di ricchezza ed evitare la tentazione di internalizzare i servizi”. Oltre alle cifre, conta soprattutto la qualità della spesa, riporta Askanews. “Incoraggiare gli acquisti green” dice Stronati “fa bene alle imprese, all’economia e all’ambiente, se pensiamo che nello scenario di riscaldamento globale le stime dei danni da disastri climatici nei paesi del G20 sono pari a oltre il 4% del loro Pil”.

Entro il 2023 quasi 500 mila nuovi posti di lavoro

L’economia verde è quella del futuro, ma già oggi il suo valore è pari al 2,4% del Pil. I dati raccolti nel focus di Censis e Confcooperative dal titolo Smart & green, l’economia che genera futuro, mostrano come “da oggi al 2023 ogni cinque nuovi posti di lavoro creati dalle imprese attive in Italia uno sarà generato da aziende eco-sostenibili – si legge nel focus – oltre il 50% in più di quelli del digitale”. L’occupazione in ambito eco-sostenibile, considerando le stime di crescita del Pil italiano elaborate dal Fmi, e delle previsioni del Sistema informativo excelsior coprirebbe una quota del 18,9% del totale fino al 2023. In termini assoluti, il volume di lavoro con un profilo di competenze green sarebbe pari a 481 mila unità, poco meno di 100 mila all’anno, riferisce Ansa.
L’economia pulita orienta la crescita economica a livello globale
La transizione verso un’economia pulita “sta determinando una modifica strutturale all’interno dell’occupazione nei Paesi avanzati e in quelli emergenti – continua il rapporto di Censis e Confcooperative -. Il bisogno di competenze green e l’adozione di tecnologie nuove nel campo della sostenibilità stanno accompagnando la generale riconversione dei modi di produrre e l’orientamento della crescita economica a livello globale”.
Nel 2017 la stima economica degli effetti del cambiamento climatico ha raggiunto 290 miliardi di euro. “Evitare tali costi – commenta Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative – potrebbe incrementare, entro il 2050% il Pil dei Paesi G20 del 4,7% netto”.