La recessione? Durerà poco, parola di ad

La recessione è in arrivo, però durerà poco. Ad affermarlo è la gran parte dei 1.300 amministratori delegati delle più grandi aziende al mondo, intervistati nel rapporto di Kpmg ‘Ceo Outlook 2022’  sulle prospettive dell’economia globale e sulle strategie per rispondere al contesto. Più nel dettaglio, si legge che l’86% degli amministratori delegati di società prevede l’arrivo di una recessione, anche se il 58% si aspetta che sarà leggera e breve. Ancora, il 73% dei ceo prevede che la recessione interromperà la crescita prevista della propria organizzazione, ma tre quarti, il 76%, hanno già adottato misure precauzionali in vista di una recessione assai prossima.

Gli italiani i più ottimisti (ma meno preparati)

Un po’ a sorpresa, gli amministratori delegati del nostro Paese si dichiarano più ottimisti su una possibile recessione, ma anche meno preparati ad affrontarla: il 72% degli intervistati ritiene che ci sarà una recessione nei prossimi 12 mesi, il 44% ritiene che sarà breve e lieve, mentre solo il 52% ha già adottato misure precauzionali in vista di una recessione incombente. Il 14% dei ceo globali, riferisce Adnkronos, identifica il rischio di una recessione tra le preoccupazioni più urgenti in questa fase, anche se le difficoltà legate alla pandemia sono ad oggi il tema considerato più critico (15%). I ceo italiani, invece, hanno indicato come principale preoccupazione per la crescita della propria azienda l’adozione di tecnologie digitali (18%), le difficoltà legate alla pandemia (16%) e i rischi reputazionali (14%).

I fattori di rischio

Ma quali sono i principali fattori di rischio che potrebbero avere ripercussioni sull’incremento del business nel prossimo triennio? A livello globale, i ceo identificano le nuove tecnologie, le tematiche operative, la regolamentazione, il rischio climatico e il rischio reputazionale. Per quanto riguarda le opinioni degli ad di casa nostra, invece, i maggiori fattori di rischio sono un ritorno al territorialismo (16%), i rischi reputazionali (14%) e i rischi operativi (14%). Il rischio reputazionale, e quindi il pericolo di un disallineamento rispetto alla percezione della propria azienda da parte di clienti e opinione pubblica, sta destando maggiori preoccupazioni tra gli amministratori delegati rispetto all’inizio del 2022 (10% ad agosto contro il 3% a febbraio). Tanto che, in risposta alle sfide geopolitiche, il 51% delle organizzazioni globali ha interrotto la collaborazione con la Russia e il 34% prevede di farlo nei prossimi sei mesi. Alleanze strategiche (26%), crescita organica (22%) e gestione dei rischi geopolitici (20%) sono in cima alla lista delle strategie più importanti per il raggiungimento degli obiettivi di crescita aziendale nei prossimi tre anni. I ceo, secondo il rapporto di Kpmg, indicano che le incertezze geopolitiche continueranno ad avere un importante impatto sulle strategie aziendali e sulle catene di approvvigionamento nei prossimi 3 anni.