Identità digitale e PA: accesso ai servizi ancora poco utilizzato 

La conferma arriva dai risultati di una ricerca condotta da Ipsos sull’uso dell’identità digitale per l’accesso ai servizi della PA nelle diverse generazioni: nonostante gli sforzi per rendere i servizi pubblici accessibili online l’inefficienza nell’utilizzo delle tecnologie ha reso vani gli investimenti realizzati.
All’interno di un Paese sempre più vecchio, dove oltre il 50% dei cittadini non possiede competenze digitali di base, la digitalizzazione della PA incontra infatti numerose difficoltà.

Tra le sfide principali, il divario tra la disponibilità dei servizi online attivabili con l’identità digitale e l’effettivo utilizzo di tali servizi. Ma l’esperienza di accesso può essere migliorata, indipendentemente dalle generazioni coinvolte

Sostenere lo sviluppo dell’alfabetizzazione digitale

L’Italia si sta impegnando per migliorare l’infrastruttura tecnologica digitale, rendendola più semplice, sicura e soddisfacente per tutti. Tuttavia, non va trascurato anche lo sviluppo dell’alfabetizzazione digitale.

Scarsa competenza digitale e limitata soddisfazione dei servizi possono creare disparità, soprattutto per le fasce di popolazione più adulte in termini di accesso al welfare e altri servizi pubblici. La tecnologia e il fattore umano devono, quindi, progredire di pari passo. Solo così potremo accorciare le distanze e garantire un accesso equo ed efficace ai servizi pubblici.
Non a caso il PNRR prevede di destinare parte dei fondi della Missione 1 all’abilitazione della popolazione all’uso delle tecnologie.

Welfare, Fiscalità, Mobilità i più utilizzati

Nell’ultimo anno, l’identità digitale è stata utilizzata in media in tre ambiti di servizi online della PA, sfruttando solo parzialmente le molteplici possibilità offerte. In cima alla classifica quelli di Welfare, con il 72% degli utenti che vi fa ricorso (Boomers 77%).
Seguono i servizi della Fiscalità, usati dal 61% degli utenti e rilevanti per tutte le generazioni a eccezione della GenZ, e i servizi di Mobilità (47%), più usati proprio dalla GenZ (65%) e meno dai Boomers (38%).

Valutando l’esperienza complessiva, solo il 18% però si dichiara completamente soddisfatto, senza distinzioni tra le generazioni, e il livello di soddisfazione non varia neppure in base allo strumento digitale utilizzato.
Emergono difficoltà nel completare le operazioni online, e in un terzo dei casi (29%), è necessario recarsi di persona presso l’ufficio competente (Boomers, 34%).

SPID, Cie o tessera sanitaria?

Considerando gli strumenti digitali utilizzati, lo SPID garantisce maggiormente il completamento online delle pratiche (74%), mentre con la carta d’identità nazionale e la tessera sanitaria si è maggiormente costretti a ricorrere all’ufficio competente per evadere la richiesta.

In conclusione, l’utilizzo dell’identità digitale nei servizi online della PA è ancora limitato, soprattutto tra i Boomers, e la soddisfazione nell’utilizzo di tali servizi è contenuta.
È quindi necessario migliorare l’esperienza degli utenti, semplificando i processi di accesso e garantendo l’efficacia degli strumenti digitali utilizzati. Ma è soprattutto fondamentale promuovere un’alfabetizzazione digitale trasversale alle generazioni.