Arriva il 5G. Una ricerca punta il dito sullo stress da eccesso di informazioni

La rincorsa alle nuove tecnologie diventa ogni giorno più frenetica, rendendoci sempre più sollecitati da un eccesso di stimoli e informazioni. Di conseguenza, veniamo costretti ad accumulare una mole di stress no facilmente gestibile. Il tutto sta culminando nella controversa installazione e sperimentazione di apparati e applicazioni per le reti 5G. Un aspetto, questo, che ha dato vita a una ricerca specifica sulle fonti di stress della vita moderna, curata dall’associazione Amore con il Mondo. La ricerca è stata curata da Paolo Goglio, presidente dell’associazione, che da oltre 10 anni monitora il comportamento sociale derivante dal flusso di informazioni mediatiche.

Quanto pesa la pressione mediatica?

La ricerca ha evidenziato che la sola affissione stradale ci porta a ricevere messaggi condizionanti con una frequenza che supera i 3.000 input/giorno. Si tratta di messaggi posizionati ovunque, ai semafori e agli incroci, nei punti di maggiore affluenza, stazioni, fermate dei bus e aeroporti, sempre più grandi, accattivanti e aggressivi. Insomma, un bombardamento che supera le 5.000 unità input/giorno, considerando che qualunque cosa facciamo e ovunque ci troviamo, riceviamo questo mitragliamento costante di messaggi da televisioni e monitor posizionati ormai ovunque. Le stesse vetrine dei negozi invitano ad acquisti continui, per non parlare di depliant e volantini distribuiti ovunque, o persone che cercano in ogni modo di catturare la nostra attenzione per vendere prodotti e servizi.

La telefonia mobile ha deformato la nostra vita

L’avvento della telefonia mobile e ha saturato ogni minuscolo spazio di vita, “portando questi input su un piano talmente elevato da deformare completamente la nostra vita – spiega Goglio -. La nostra percezione della realtà, le nostre esigenze, i gusti e le abitudini sono deformate, non c’è quasi più nulla di autentico”.

Inoltre, mentre da una parte si grida il proprio diritto alla privacy dall’altra si postano sui social immagini private visibili da tutti in tutto il mondo. Secondo la ricerca il 12,5% di italiani soffre per i danni della quantità abnorme di informazioni negative ricevute su tutti i fronti.

Il passaggio al 5G non può essere sottovalutato

Ecco perché l’avvento di ulteriori tecnologie per aumentare la potenza e la portata del volume di input/giorno non può essere sottovalutata. “Con il passaggio al 5G tutto questo si moltiplicherà esponenzialmente e se da una parte è doveroso prestare ascolto alle numerose voci che allertano sui possibili rischi che milioni di antenne inevitabilmente porteranno con la relativa overdose di emissioni elettromagnetiche e i conseguenti rischi di danno biologico, dall’altra è necessario, anche solo per un istante, fare una pausa”, commenta ancora Goglio.

Se non c’è mai tempo per fare una pausa, è chiaro che saremo sempre più sommersi dalla tecnologia. Basti pensare che in Finlandia stanno già sperimentando il 6G. E se dal punto di vista strettamente tecnologico il progresso è stupefacente, esiste anche un progresso sociale e individuale di cui è necessario prendere coscienza.