Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri: il divario si allarga

Nel 2018 26 ultramiliardari detenevano da soli l’equivalente in termini di ricchezza della metà più povera del pianeta. Una concentrazione di enormi fortune nelle mani di pochissimi che evidenzia l’iniquità sociale e l’insostenibilità dell’attuale sistema economico. Nel 2018 i super-ricchi hanno accresciuto le proprie fortune del 12% al ritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre i più poveri hanno visto diminire quel che avevano dell’11%. I dati sull’Olimpo della ricchezza di Oxfam rappresentano in modo drammatico il divario registrato lo scorso anno: a metà 2018 l’1% più ricco possedeva poco meno della metà (47,2%) della ricchezza aggregata netta, contro un magro 0,4% assegnato a 3,8 miliardi di persone.

In Italia il 20% detiene il 72% dell’intera ricchezza nazionale

Il Rapporto di Oxfam rivela come il persistente divario tra ricchi e poveri comprometta i progressi nella lotta alla povertà, danneggi le nostre economie e alimenti la rabbia sociale in tutto il mondo.

In Italia il 20% più ricco dei nostri connazionali possedeva, nello stesso periodo, circa il 72% dell’intera ricchezza nazionale. Il 5% più ricco degli italiani era titolare da solo della stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero. Allo stesso tempo, se la quota della ricchezza globale nelle mani dell’1% più ricco dal 2011 è in crescita, il trend opposto caratterizza la riduzione della povertà estrema, riferisce Adnkronos.

Sanità e istruzione sotto-finanziati, le grandi corporation non contribuiscono fiscalmente

Dopo la drastica diminuzione del numero di persone che vivono con un reddito di meno di 1,90 dollari al giorno avvenuta tra il 1990 e il 2015, dallo stesso anno fino al 2018 il tasso annuo di riduzione della povertà estrema è rallentato di più del 40%. Un aumento che colpisce i contesti più vulnerabili, come l’Africa subsahariana. Lo studio mette in evidenza le responsabilità dei governi nel non adottare misure efficaci per contrastare la disuguaglianza. Servizi essenziali come sanità e istruzione continuano a essere sotto-finanziati, la lotta all’elusione fiscale ristagna, mentre le grandi corporation e i super-ricchi contribuiscono fiscalmente meno di quanto potrebbero.

La soluzione? Rendere più equo il fisco

“Non dovrebbe essere il conto in banca a decidere per quanto tempo si potrà andare a scuola o quanto a lungo si vivrà”, sottolinea Winnie Byanyima, direttrice di Oxfam International. Eppure è questa la realtà in gran parte del mondo. Per potenziare il finanziamento dei sistemi di welfare nazionali sarebbe necessario rendere più equo il fisco, invertendo la tendenza che ha portato alla graduale erosione di progressività dei sistemi fiscali, e a un marcato spostamento del carico fiscale dalla tassazione dei redditi da capitale a quella sui redditi da lavoro e sui consumi. Se I’1% dei più ricchi pagasse appena lo 0,5% in più di imposte sul patrimonio nel prossimo decennio si avrebbero risorse sufficienti per mandare a scuola 262 milioni di bambini e salvare la vita a 100 milioni di persone.