Combattere lo stress: nei giovani è la prima motivazione per fare sport

Sei ragazzi su 10 lo fanno per combattere lo stress, arrivato a livelli altissimi durante le diverse fasi della pandemia. E solo la restante parte, più o meno, lo pratica per passione. È questa l’istantanea del rapporto tra i giovani e lo sport scattata da Terre des Hommes e OneDay, che hanno condotto una ricerca su 1000 ragazzi tra i 13 e i 23 anni in tutta Italia attraverso l’Osservatorio Permanente sullo Sport e le Nuove Generazioni. 

Inclusione? Sì, ma anche discriminazione

Ragazzi e ragazze credono nello sport come strumento di inclusione, però il 77% di loro ritiene che lo Stato e le Istituzioni non investono abbastanza per renderlo tale, tanto che nelle scuole e nelle città non ci sono sufficienti strutture per renderlo accessibile a tutti gratuitamente (il 50% dei giovani dichiara che nelle loro scuole non hanno campi sportivi).
Ma non solo, i giovani della generazione Z hanno le idee chiare anche sul tema delle differenze di genere: ritengono infatti che i ragazzi siano spesso, ingiustamente, avvantaggiati rispetto alle ragazze nella carriera sportiva così come negli stipendi (sostenuto da oltre il 90%) e che dentro e fuori dalle competizioni sportive troppo spesso si verifichino episodi di bullismo (42%), violenza (sia verbale che fisica, rispettivamente 72% e 46%), abusi e molestie sessuali (17%). Infine, circa 1/3 tra ragazzi e ragazze dice di aver subito comportamenti inappropriati da parte di adulti e il 45% da pari.

Che cosa vogliono i giovani

Dopo aver messo in luce quello che non va, i ragazzi dicono la loro anche su cosa cambiare e soprattutto su come farlo. Il 60% di loro, infatti, vorrebbe contribuire a scrivere un regolamento condiviso da atleti, famiglie e società sportive per renderlo più equo, inclusivo e sicuro.
“Attraverso questo Osservatorio ragazzi e ragazze ci fanno capire quanto lo sport sia una parte fondamentale della loro vita, esprimendo tutto il disagio che hanno vissuto in questo anno e mezzo di pandemia, quando non hanno potuto praticarlo regolarmente. Non solo, i giovanissimi ci dicono anche chiaramente tutto quello che non va nel mondo dello sport – commenta Paolo Ferrara, Direttore Generale di Terre des Hommes Italia -. I campi da gioco sono un luogo cruciale per la crescita di bambini, bambine, ragazze e ragazzi e dobbiamo garantire che siano un ambiente sicuro, sereno e piacevole per tutti.”.
“I giovani ripongono grande fiducia nello sport attribuendogli un ruolo fondamentale come motore di inclusione sociale, ma ritengono che le istituzioni non facciano abbastanza. Credo proprio che dovremmo ascoltarli di più!” conclude Gaia Marzo, Corporate Brand Director & Equity Partner OneDay Group.

Giovani italiane insicure dell’aspetto fisico. Body shaming e social sotto accusa

L’85% delle donne italiane tra i 18 e i 24 anni si sente insicura del proprio aspetto fisico, e il 68% affida la propria autostima al giudizio degli altri. Colpa del body shaming, il principale accusato dell’insicurezza che dilaga tra le donne più giovani.  Queste alcune evidenze emerse da un’indagine realizzata dall’Istituto di Ricerca Eumetra per Kérastase in merito all’autostima e la libera espressione di sé e della propria diversità. 
La ricerca è parte del progetto Kérastase #ManifestYourGreatness, che ha l’obiettivo di promuovere e diffondere un messaggio di inclusione e accettazione di sé, anche attraverso il sostegno dei centri antiviolenza della Fondazione Pangea.

Estremamente influenzate dai canoni estetici imposti dai social media

Il 96% delle donne italiane cita però almeno un elemento di soddisfazione di sé, soprattutto tra gli aspetti che caratterizzano la personalità, come il carattere (52%), le relazioni personali e sociali (53%), il lavoro e l’istruzione (45%). Rispetto a una media nazionale che si attesta intorno al 70%, l’85% delle ragazze tra i 18 e 24 anni però si sente insicura a causa del proprio corpo. Questo perché risultano estremamente influenzate dai canoni estetici imposti dai social media (69%), e quasi la metà di loro (42%) non si sente accettata dalla società in cui vive e affida la propria autostima al giudizio degli altri (68%). Ma se i social da una parte influenzano le donne italiane sui canoni di bellezza, dall’altra risultano un valido alleato per il superamento delle proprie insicurezze (85%).

Il body shaming e la discriminazione

Quanto al body shaming, il 73% delle intervistate afferma di avere assistito in maniera diretta o indiretta a episodi di discriminazione, e tra le motivazioni più diffuse torna prepotente l’aspetto fisico (57% del campione e 66% tra le giovani), seguito dall’orientamento sessuale (32% del campione). Ma cosa fare per arginare il body shaming? Il primo passo è partire dal nucleo familiare (54%) che dovrebbe agire con una adeguata educazione. Rilevante però è anche la richiesta di una maggiore sensibilizzazione da parte della scuola (37% delle giovani), il luogo relegato agli ultimi posti come contesto in cui le giovani donne si sentono accettate (9%) e supportate nel superamento delle insicurezze (2%).

La scuola deve supportare i giovani nella fiducia in sé stessi

La scuola però è ancora un contesto dove si può fare molto di più per abbattere le barriere della diversità, combattere il body shaming e supportare le nuove generazioni nella fiducia in sé stessi, riporta Adnkronos. In ogni caso, l’indagine restituisce una fotografia delle donne ancora fortemente limitate nella propria accettazione, soprattutto le più giovani.
“E ci ha confermato quanto i social – spiega Ana Mesquita, General Manager Kérastase Italia – se da un alto impongono canoni di bellezza perfetta e spesso irraggiungibile, dall’altro possono essere potenti alleati per il superamento di alcune barriere grazie alla condivisione delle proprie esperienze”.

Cresce la mobilità su 2 ruote, ma attenzione alla sicurezza e al divario Nord-Sud

All’interno dell’agenda politica delle città italiane la mobilità su due ruote è in graduale ascesa. Ma è ancora troppo lenta ed è accompagnata da due campanelli d’allarme, la sicurezza degli utenti della strada e il profondo divario fra le misure finora messe in campo al Nord rispetto al Sud del Paese. È il risultato del quinto rapporto dell’Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) con Legambiente, ed elaborata dalla società di consulenza Ambiente Italia. In particolare, l’Osservatorio ha rivolto un questionario a 104 municipi, a cui quest’anno hanno risposto 79 amministrazioni.

Aumenta l’accessibilità, ma anche le vittime della strada

Dalla ricerca, i cui dati si riferiscono al 2019, emerge l’aumento di piste ciclabili, ciclopedonali, zone 20 e 30 km/h (+6% rispetto al 2018), la crescita della possibilità di accesso delle biciclette alle corsie riservate ai mezzi pubblici, e il numero di Comuni con postazioni di interscambio bici nelle stazioni ferroviarie. Risultano infatti in calo le città in cui non è consentito il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici, e quelle dotate di un servizio di bike sharing, che passano dal 57% del 2018 al 53% del 2019. Desta però preoccupazione che 253 delle 3.173 vittime della strada del 2019 siano stati ciclisti, scrive Ansa. Un numero in aumento del 15% rispetto al 2018.

Dalle città arriva una nuova domanda di mobilità individuale

Secondo il rapporto Focus2R il tema della sicurezza sta però progressivamente entrando nei programmi dei municipi. Il 48% dei Comuni intervistati considera infatti il miglioramento della sicurezza stradale una priorità molto alta o alta. Mentre al contempo sembra che i Comuni stiano abbassando la guardia sui motociclisti, con i due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUM e PGTU), che nel 59% dei casi non considera la loro sicurezza una priorità.

“Appare evidente che ci sia ancora molto da fare, in particolare per la sicurezza degli utenti – commenta il presidente di Ancma, Paolo Magri –. Dalle città arriva una nuova domanda di mobilità individuale, resa viva anche dalle conseguenze della pandemia, che hanno esaltato alcune peculiarità delle due ruote come la fruibilità, la sostenibilità ambientale, il distanziamento e la velocità negli spostamenti”.

Potenziare la sharing mobility

“L’industria delle due ruote è pronta ad affrontare questo percorso e la sfida della mobilità elettrica, pur nella consapevolezza delle difficoltà che questo percorso comporta”, aggiunge Magri. Il parere di Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, è che vi sia in atto “un vero e proprio cambiamento delle abitudini, ma restano evidenti le solite emergenze. Tra collisioni stradali e inquinamento urbano nel 2019 sono morte più di 83.000 persone, per un costo sociale che l’Istat stima in 16,9 miliardi di euro, l’1% del Pil nazionale”. Secondo Ciafani, “un primo passo potrebbe essere il rifinanziamento del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale per progetti di mobilità dolce, cofinanziati dagli enti locali, e potenziare il trasporto ferroviario regionale, il trasporto pubblico locale e la sharing mobility”.

È arrivato lo Sportello unico digitale per i consumatori europei

Un nuovo strumento per cittadini e imprese europee che vogliono muoversi liberamente nel mercato unico: dal 12 dicembre lo Sportello unico digitale è online sul portale La tua Europa. Il nuovo strumento darà modo a tutti i cittadini di accedere online ai servizi della Pubblica Amministrazione. In particolare, l’iniziativa mira a offrire un servizio di qualità mettendo a disposizione tutte le informazioni aggiornate, comprensibili e ben strutturate, che forniscano i riferimenti normativi essenziali e i contatti per l’eventuale assistenza o risoluzione dei problemi.

Si completa il progetto inaugurato l’11 dicembre 2018 del Single Digital Gateway

Con lo Sportello unico digitale si completa così il progetto inaugurato due anni fa, l’11 dicembre 2018. Con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2018/1724 prendeva vita l’iniziativa del Single Digital Gateway (Sportello unico digitale). L’obiettivo era, e rimane, quello di fornire a cittadini e imprese della Ue un unico punto di accesso attraverso cui ricevere informazioni sulle regole vigenti a livello nazionale ed europeo in materia di impresa, lavoro e pensione, istruzione, salute, viaggi, gestione dell’impresa e tassazione. E ricevere assistenza per la fruizione delle informazioni e delle procedure.

La concretizzazione del Mercato unico europeo

Ma il progetto Single Digital Gateway non si ferma, ed è destinato ad ampliarsi. Entro il 2023 sarà infatti possibile gestire online più di venti procedure amministrative, come certificati di nascita, dichiarazioni dei redditi e iscrizioni all’università. E per garantire ai cittadini un costante miglioramento, e una continua implementazione, sarà possibile fornire anche feedback sulla qualità delle informazioni o del servizio ricevuti. “Lo Sportello digitale unico rappresenta una delle più significative concretizzazioni degli obiettivi del Mercato unico europeo – dichiara Maria Pisanò, direttrice del Centro europeo consumatori Italia -. Grazie al Mercato unico i cittadini europei possono beneficiare di un’ampia scelta di beni e servizi, decidere di lavorare o studiare oltre confine, ma è chiaro che tale libertà può essere esercitata appieno solo se vi è consapevolezza e facilità di accesso a informazioni e procedure”.

Il collegamento diretto alla rete dei Centri europei nazionali Ecc-Net

Lo Sportello unico digitale rappresenta quindi lo strumento ideale che abbatte ulteriormente le barriere. “Sarà sufficiente accedere a una pagina web per essere reindirizzati ai servizi più idonei alle nostre necessità di utenti – aggiunge Pisanò – e la lingua non sarà più un problema, perché le informazioni verranno fornite anche in inglese oltre che nella lingua nazionale di ciascun Paese”.

La rete dei Centri europei dei consumatori Ecc-Net, di cui il Centro italiano è il punto di contatto nazionale, rappresenterà un collegamento diretto allo sportello, “a testimonianza e riconoscimento del grande apporto nell’assistenza al consumatore – continua la direttrice del Centro europeo consumatori Italia – e del significativo ruolo svolto nei primi quindici anni di attività”.

La geografa del Superbonus, al Sud il 52,7% di richieste

Il Superbonus 110% ha riscosso interesse in tutte le aree del Paese, con 21 milioni di italiani che, secondo l’indagine realizzata per Facile.it da mUp Research e Norstat, hanno intenzione di usufruire dell’agevolazione. A variare però è la distribuzione geografica di quanti hanno intenzione di approfittare della misura. A fronte di una media nazionale del 48,6% i cittadini più interessati a usufruire del bonus sembrano infatti essere quelli residenti nelle regioni del Sud e delle Isole, dove il 52,7% dichiara di avere intenzione di avvalersi dell’agevolazione, mentre i “meno interessati” sembrano essere i residenti nel Nord Ovest, dove la percentuale è pari al 45,1%. Vivono invece prevalentemente al Nord Est gli italiani che pur interessati hanno scelto di rinunciare per l’eccessiva burocrazia connessa alla richiesta, l’8,7% rispetto al 7,1% rilevato a livello nazionale.

L’intervento più diffuso? L’isolamento termico degli edifici

A cambiare è anche la tipologia di immobile sottoposta a intervento. Nelle regioni del Nord saranno interessati dai lavori soprattutto i condomini, in particolare nel Nord Ovest dove la percentuale raggiunge il 65%. Le case unifamiliari sono invece ubicate soprattutto nel Sud Italia (37%), mentre le unità immobiliari in case bi o tri familiari sono presenti prevalentemente nel Nord Est (14,3%). Anche la tipologia di intervento varia a seconda della zona di residenza, e molto spesso rispecchia le caratteristiche degli immobili nelle differenti aree del Paese. Se è vero che l’intervento più diffuso sarà l’isolamento termico degli edifici (58,2%) a livello territoriale questo tipo di intervento raggiunge il 63,4% tra i residenti nelle regioni del Sud Italia e nelle Isole, mentre i meno interessati a questi lavori sono i residenti nel Nord Ovest (52,1%).

Varia la tipologia di intervento

Le caratteristiche del territorio influiscono in maniera importante sulle tipologie di intervento, e non sorprende che i lavori di miglioramento antisismico siano più diffusi nelle regioni del Centro Italia (10%), rispetto a quelle del Nord Ovest (2,8%). La sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale con impianti centralizzati per il riscaldamento, raffreddamento o fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, riguarderà invece in prevalenza il nord del Paese, con percentuali che arrivano al 39,1% tra i residenti nel Nord Est e al 45,1% nel Nord Ovest.

Diverse le modalità con cui usufruire dell’agevolazione

A variare a seconda dell’area di residenza è anche la modalità con la quale usufruire del Superbonus. A livello nazionale, il 47,4% ha intenzione di cedere il credito di imposta alla banca o altri soggetti, il 42,5% detrarrà l’importo direttamente dalla dichiarazione dei redditi, e il 20% usufruirà dello sconto in fattura, ma le percentuali cambiano da regione a regione. La cessione del credito, ad esempio, sembra interessare particolarmente i residenti del regioni del Nord Ovest (53%), la detrazione dalla dichiarazione dei redditi verrà utilizzata più frequentemente nel Centro Italia (45,9%), e lo sconto in fattura sarà chiesto prevalentemente nel Centro (27,6%) e al Meridione (23,1%).

Cresce il broadband, sotto il 42% le linee in rame

A fine giugno 2020 nella rete fissa gli accessi complessivi si sono ridotti di circa 100 mila unità rispetto al trimestre precedente e di quasi 370 mila unità rispetto a giugno 2019. Significativi anche i cambiamenti nella composizione delle tecnologie utilizzate per la fornitura del servizio. Infatti, se nel giugno 2016 l’86,5% degli accessi alla rete fissa era in rame, dopo quattro anni questi sono scesi al 41,2%, con una flessione di 9,4 milioni di linee. Allo stesso tempo sono sensibilmente aumentati gli accessi tramite tecnologie qualitativamente superiori. In particolare quelle in tecnologia FTTC (+7,05 milioni di unità), FTTH (+1,06 milioni mila) e FWA (+ 620 mila).

Aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione

Si tratta di alcuni dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni, diffusi dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dal quale emerge anche come le linee FTTH per la prima volta abbiano superato quelle in tecnologia FWA (1,46 contro 1,42 milioni). Tale dinamica si riflette in un aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzate dalle imprese: in quattro anni le linee con velocità pari o superiore ai 30 Mbit/s sono passate infatti da meno dell’11% al 62% del totale delle linee broadband e ultrabroadband, il cui quadro competitivo vede Tim quale maggiore operatore con il 42,2%, seguito da Vodafone (16,6%), Fastweb (15,1%) e da Wind Tre (13,8%).

Sim, -900 mila in un anno

Nel segmento della rete mobile, le sim complessive (103,6 milioni a giugno 2020) risultano su base annua in flessione di circa 900 mila unità. In particolare, le sim M2M sono cresciute di 2,8 milioni, mentre quelle “solo voce” e “voce+dati” si sono ridotte di 3,6 milioni di unità. Tim si conferma market leader (29,4%), seguita da Vodafone (28,9%) e Wind Tre (26,4%) mentre Iliad rappresenta il 6,0% del mercato. Considerando il solo segmento delle sim “human”, ovvero escludendo le M2M, Iliad raggiunge l’8%, mentre Wind Tre, nonostante una quota in calo di 2,8 punti percentuali su base annua, rimane il principale operatore, con il 28,8%.

Prosegue la crescita della larga banda mobile

Prosegue poi a ritmi sostenuti la crescita della larga banda mobile. Nei primi 6 mesi del 2020 oltre il 70% delle linee human ha effettuato traffico dati, con un consumo medio unitario mensile di dati stimabile in circa 9,1 GB/mese in crescita del 58% rispetto a giugno 2019. Analizzando i dati di utilizzo di internet, nel mese di giugno 2020 43 milioni di utenti medi giornalieri hanno navigato in rete per un totale di 64 ore di navigazione mensile a persona. Per quanto riguarda l’audience dei principali social network, Facebook, con quasi 37 milioni di utenti unici e una contrazione su base trimestrale del 4%, si conferma la principale piattaforma utilizzata dagli utenti.

Gli effetti positivi della natura sui bambini secondo il Wwf

Giocare in spazi aperti, a contatto con la natura, è un formidabile anti-stress e ansiolitico, stimola la socialità, favorendo l’autonomia, l’interazione tra pari,migliora l’autostima e perfino il QI. Raccogliendo le evidenze scientifiche e pedagogiche più recenti il Wwf ha stilato i 10 fattori che nei bambini vengono migliorati o sviluppati dal contatto con la natura. I benefici del contatto con la natura riassunti dal Wwf in “10 cose che non sai” partono dal benessere e l’autodisciplina, ma arrivano anche alla riduzione dei disturbi depressivi e dei comportamenti problematici.

QI più alto per chi gioca nel verde

L’intelligenza è uno dei fattori più influenzati dalla vita in un ambiente ricco di verde. Secondo uno studio effettuato in Belgio il rafforzamento del QI è uno degli effetti positivi del crescere in spazi urbani ricchi di verde, riporta Adnkronos. Su 620 bambini di età compresa tra i 10 e 15 anni un aumento del 3% del verde del loro quartiere ha incrementato in media 2,6 punti il loro punteggio nel QI, un fatto osservato nelle aree agiate come in quelle più disagiate. La causa è incerta, ma potrebbe essere legata a livelli di stress inferiori a cui sono sottoposti i bambini che giocano in aree verdi, alla maggiore attività ludica e di contatto sociale, o semplicemente al vivere in un ambiente più tranquillo.

Dispensare “dosi” di natura migliora i disturbi comportamentali

Anche nella gestione di particolari disturbi in aumento tra i minori, tra cui l’Adhd (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) si nota un miglioramento dispensando ai ragazzi “dosi” di natura. Infatti, nei bambini che vivono in prossimità di aree verdi il volume della corteccia prefrontale e premotoria, le regioni cerebrali implicate nella memoria di lavoro e nei meccanismi di mantenimento dell’attenzione, è maggiore. Altri aspetti importanti nella crescita e sviluppo dei bambini sono l’empatia e la creatività. Ripristinare il contatto con la natura soddisfa un bisogno innato per cui si prova fascinazione ed empatia rispetto ad altre forme di vita.

Rafforzare il senso di appartenenza a una comunità sana

La socio-biologia ha dimostrato che i bambini che giocano a contatto con la natura sono più creativi e collaborativi: vivere e giocare nel verde rafforza il senso di appartenenza a una comunità sana.

Non sono però solo le ricerche a testimoniarne i benefici, ma i bambini stessi. In un report pubblicato dal Wildlifetrusts sulla relazione Bambini e Natura, dopo aver trascorso il loro tempo in ambiente naturale il 90% dei bambini ha imparato qualcosa di nuovo sul mondo naturale, l’84% ritiene di essere capace di cose nuove quando ci prova, il 79% pensa che l’esperienza possa aiutare il proprio lavoro scolastico, e il 79% si è sentito più sicuro di sé.

Più spiati durante il lockdown, +50% di stalkerware e spyware

Durante e dopo il lockdown, rispetto ai mesi di gennaio e febbraio 2020, è aumentato del 51% l’uso di stalkerware e spyware, ma anche la diffusione di app relative al Covid-19 progettate allo scopo di spiare gli utenti e raccogliere informazioni. A lanciare l’allarme sono i ricercatori spyware e stalkerware della società di sicurezza Avast, che hanno raccolto i dati riferiti al periodo compreso tra marzo e giugno 2020 confrontandoli con quelli dei due mesi precedenti.

Una categoria di malware domestico dalle implicazioni inquietanti e pericolose

Gli spyware sono software malevoli che consentono di tracciare la posizione di qualcuno, accedere a foto e video personali, intercettare e-mail, messaggi e comunicazioni di app come WhatsApp e Facebook, ma anche intercettare telefonate, ed effettuare registrazioni nascoste di conversazioni su Internet. Ovviamente, all’oscuro dell’utente spiato e senza il suo consenso. Oltre allo spywere, è in aumento anche l’utilizzo di stalkeware. “Una categoria di malware domestico in grande crescita, che ha implicazioni inquietanti e pericolose – spiega Jaya Baloo di Avast -. Mentre gli spyware e gli infostealer cercano di rubare dati personali, lo stalkerware è diverso perché ruba la libertà fisica e online della vittima”.

“Un contesto in cui il numero di casi di violenza domestica è aumentato costantemente”

Lo stalkerware “Solitamente viene installato segretamente sui telefoni cellulari da coniugi, ex-partner, cosiddetti amici e persino genitori preoccupati”, continua Jaya Baloo. Si tratta di un software che traccia la posizione fisica della vittima, monitora i siti visitati su Internet, i messaggi di testo e le telefonate, minando la libertà fisica e online di una persona. Questo, sottolinea ancora Jaya Baloo, avviene “In un contesto in cui in tutto il mondo il numero di casi di violenza domestica è aumentato costantemente durante il lockdown. e ciò rispecchia anche quello che è successo nel mondo digitale”.

Proteggere il telefono da qualsiasi accesso fisico non autorizzato

Oltre all’intera gamma di spy e stalkerware, riporta Ansa, Avast ha individuato anche una serie di app relative al Covid-19 progettate anch’esse per spiare gli utenti. Si tratta di app che hanno raccolto più informazioni di quelle necessarie per funzionare. Per difendersi da intrusioni malevole nei propri dispositivi gli esperti di Avast consigliano di proteggere il telefono da qualsiasi accesso fisico non autorizzato. Gli smartphone vengono spesso lasciati non protetti, senza blocco dello schermo tramite impronte digitali o codici pin, il che rende semplice installare segretamente lo stalkerware senza essere notati. L’installazione di un’app stalkerware su un dispositivo può richiedere infatti meno di un minuto. Un buon antivirus mobile inoltre tratterà lo stalkerware e darà la possibilità di rimuoverlo.

Si alza la soglia dell’anzianità

Se negli anni ’60 si diventava anziani al 65° compleanno e nel 1980 un uomo era anziano a 66 anni e una donna a 70, nel 2000 l’anzianità arrivava a 70 anni per gli uomini e 74 per le donne. E oggi? A 65 anni ci si sente e si è considerati ancora nel pieno del benessere psico-fisico. L’età anagrafica quindi non è più indicativa della terza età. Il merito è soprattutto dell’aspettativa di vita, che si è allungata, per cui oggi un uomo è anziano da 73 anni e una donna da 76. E stando alle previsioni, nel 2060 si potrebbe arrivare rispettivamente a 76 per gli uomini e a 79 per le donne. L’analisi è contenuta nel Rapporto annuale dell’Istat, che nel capitolo dedicato alle condizioni di vita degli anziani rileva anche come non valga più nemmeno lo stereotipo di persone isolate e bisognose di assistenza, considerate un peso per la società e le famiglie.

Quasi il 50% degli ultraottantenni vive un’ottima qualità della vita

La qualità della vita, ovviamente, è correlata alle condizioni di salute. “Quasi il 50% degli ultraottantenni vive un’ottima qualità della vita – scrive l’Istat – dimostrando di essere molto attivo, di avere una rete di relazioni estesa e una partecipazione culturale discreta, a volte anche intensa”.

Nelle aree metropolitane vive “circa l’11,9% degli ultraottantenni, che hanno un livello di istruzione mediamente più elevato associato a una più intensa partecipazione sociale. L’88,5% prende parte ad attività culturali, il 93,9% si interessa di politica, oltre il 70% si dedica alla lettura ed è molto più attivo della media rispetto all’utilizzo di internet.

Gli anziani non sono gli stessi di una volta

Circa il 33% di questa fascia della terza età (cioè 2 milioni e 137 mila), gode inoltre di buona salute, risiede soprattutto nel Nord e dichiara risorse economiche ottime o adeguate. Quindi “esprime elevati livelli di soddisfazione per la vita nel complesso, frequenta gli amici assiduamente, ha una rete anche di parenti e e conoscenti su cui può contare in caso di bisogno”. In sostanza, sintetizza l’Istat, “gli anziani non sono gli stessi di una volta” e queste considerazioni offrono l’opportunità di valutarne meglio l’impatto progressivo dal punto di vista sociale ed economico.

Il 27% è in condizioni svantaggiate, soprattutto donne che vivono al Sud

Ma se in base all’aspettativa di vita l’Istat certifica che a 65 anni si è ancora giovani e a 80 sono in tanti a godere di un’ottima salute, c’è però anche una quota di anziani, pari al 27%, che si trova in condizioni svantaggiate. Si tratta di persone affette da una o più patologie croniche, con gravi limitazioni nelle funzioni e risorse economiche quasi sempre scarse o insufficienti. Sono coloro che vivono in piccoli centri, spesso in forte isolamento sociale, senza una rete di amici o di conoscenti su cui contare. Sono in prevalenza donne, vedove, che vivono nel Mezzogiorno.

Fase 2, ancora in crescita il mercato Tech in Italia

Dall’inizio della Fase 2 in Italia il mercato della tecnologia di consumo prosegue nella crescita, tanto che l’ultima settimana di maggio segna un +35,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Trend positivi per tutti i prodotti più importanti, compresi TV e smartphone, che registrano entrambi +25%.

Secondo le rilevazioni effettuate da GfK sul Retail Panel Weekly, con un giro d’affari di oltre 200 milioni di euro la settimana dal 22 al 31 maggio è stata quella con il fatturato più alto da inizio anno. In questo periodo il mercato ha recuperato almeno in parte le perdite registrate durante le otto settimane di lockdown, pur non avendo ancora invertito il trend relativo al 2020.

La ripresa delle vendite riguarda tutti i canali

Se dall’inizio dell’anno il perimetro Retail Panel Weekly registra un -2,5% a totale, le quattro settimane successive all’inizio della Fase 2, da lunedì 4 maggio a domenica 31 maggio, hanno fatto registrare crescite a doppia cifra, per un complessivo +25% rispetto allo stesso periodo del 2019. La ripresa delle vendite riguarda tutti i canali. In particolare, nell’ultima settimana di maggio il canale online ha registrato una crescita del +86% a valore, e nei punti vendita tradizionali il risultato è pari a +26% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Smartphone e TV +25%

A livello territoriale, la settimana dal 25 al 31 maggio 2020 è stata positiva per le vendite nei punti vendita fisici in tutte le macro regioni italiane. La Lombardia ha registrato un +33% a valore rispetto allo scorso anno, tornando a essere la regione più importante. Un altro segnale molto positivo è dato dalla crescita decisa di tutti i prodotti Tech più importanti per fatturato. Tornano a salire le vendite di smartphone (+25%), di gran lunga il comparto più importante della tecnologia di consumo, che aveva sofferto durante il periodo di lockdown. In crescita anche le TV, che crescono sempre del +25%.

Performance positive per IT, Office e grande e piccolo elettrodomestico

Per effetto delle nuove abitudini di home working e didattica a distanza continua poi anche il trend positivo del comparto IT e Office. I pc portatili crescono  del +105%, i tablet del +46%, e le stampanti multifunzione del +78,5%. Positivi anche i principali prodotti del segmento Grande Elettrodomestico, con una crescita del +12% per le lavatrici e del +57% per i frigoriferi. Rispetto alla stessa settimana del 2019 si registrano performance positive anche per il Piccolo Elettrodomestico. Qui, le macchine da caffè registrano un +33%, mentre gli aspirapolvere incrementano le vendite del +64% a valore. Complice anche l’avvicinarsi della bella stagione, torna anche a salire il settore dell’aria condizionata (+28%), e si conferma una categoria molto richiesta quella dell’Air Treatment (+130%), che aveva fatto segnare risultati molto positivi anche durante il lockdown.